L’America non è poi così lontana come sembra! Leggete questo durissimo articolo di Greg Palast sui risultati della deregulation dell’elettricità, i misfatti dell’Amministrazione Bush e chiedetevi: potrebbe capitare anche da noi? Ma non è che sta già succedendo?

L’articolo è stato pubblicato sull’Observer il 15 Agosto 2003. L’originale, scritto in un inglese giornalistico graffiante, divertente ed efficace è recuperabile nella sezione Miscellanea: Power outage traced to dim bulb in white house.

Giornalista investigativo, Greg Palast ha denunciato scandali, frodi, corruzione e bugie nei più alti posti del potere dalla Casa Bianca alle multinazionali americane. Conosciuto in Inghilterra come il più grande giornalista investigativo del nostro tempo, Palast ha rivelato alcune delle più grandi storie della passata decade, incluse:

  • Come Bush ha affossato le indagini dell’FBI sui finanziamenti al terrorismo da parte dell’Arabia Saudita.
  • Come la famiglia Bush ha rubato le elezioni in Florida.
  • Come la Enron ha ingannato, mentito e raggirato diventando un monopolio dell’energia

Le inchieste di Greg Palast, che hanno vinto premi per BBC e Guardian papers of Britain, possono essere consultate su www.gregpalast.com.

Greg Palast è autore di una famosa inchiesta del New York Times, "The best democracy money can buy" che racconta la verità sulla globalizzazione, le multinazionali e gli imbrogli dell’alta finanza e di una semisconosciuta, "Democracy and regulation", una guida alla deregolamentazione dell’elettricità pubblicata dalle Nazioni Unite (scritta con T. MacGregor e J. Oppenheim)

PER UNA LAMPADINA BRUCIATA ALLA CASA BIANCA, MANCA LA CORRENTE

di Greg Palast. Traduzione a cura di Tazio Borges.

Posso dirvi tutto su quei "poco di buono" che stanotte ci hanno spento le luci, rimandandoci nel Medio Evo. Mi sono già imbattuto in questi personaggi, la First Energy e la Niagara Mohawk Power Company, qualche anno fa. Vedete, prima di fare il giornalista, mi guadagnavo da vivere come investigatore sulle truffe aziendali.

La caduta della corrente è iniziata alla First Energy Ohio. Questa compagnia è stata il modello per il film "Sindrome Cinese". Veramente. Poi la First Energy Pennsylvania ha perso maldestramente il controllo della sua unità. Questa è la "famiglia Simpsons" che fuse la centrale nucleare di Three Mile Island.

Successivamente la Niagara-Mohawk andò in tilt provocando il black-out di New York. La fama della Ni-Mo risale agli anni ‘80 quando costruì una centrale nucleare, Nine Mile Point, un costososissimo ammasso di ferraglia per cui Ni-Mo e i suoi soci hanno fatto spendere miliardi di dollari agli utenti della rete elettrica dello stato di New York.

Per realizzare questo immenso furto con i kilowatt, il consorzio, guidato dalla Ni-Mo costruì ad arte dei rapporti su costi e durata dei lavori; quindi fece un lavoro alla Harry Potter sui libri contabili.

Nel 1988 ho mostrato ad una giuria la nota di un dirigente di una delle aziende, la Long Island Lighting (LIL), che dava istruzioni a un capoccia della NiMo su come mentire ai responsabili del governo. La giuria ordinò alla LIL di pagare 4,3 miliardi di dollari e alla fine, di chiudere l’attività.

Ecco cosa accadde. Dopo che la LIL fu martellata dalla legge, dopo che il governo sanzionò la Niagara Mohawk e dozzine di altre utilities in tutta l’America intente a truccare i libri contabili e a contraffare documenti, con multe per un totale di decine di miliardi di dollari, gli industriali si unirono per giurare di non infrangere mai più le regole. Il loro piano non era di seguire le regole, ma di ELIMINARLE!. Lo chiamarono ‘deregulation’.

Era una specie di comitato di rapinatori di banche che cercavano il modo di poter scassinare le casseforti legalmente.

Ma non osarono lanciare lo schema negli USA. Invece, nel 1990, un piccolo gruppo di ambigui operatori del Texas, la Houston Natural Gas, operanti sotto lo pseudonimo di ‘Enron’, convinsero un ultra fanatico del libero mercato, il primo ministro inglese Margaret Thatcher, ad autorizzare la prima centrale elettrica completamente deregolamentata dell’emisfero.

Così iniziò un disastro economico che si propagò più velocemente della SARS.

Per la cronaca, la Enron ricompensò il ministro per l’energia della Thatcher, tal Lord Wakeham, con un mucchio di dollari per i servizi di "consulenza" resi ed un posto nel consiglio di amministrazione della Enron stessa. L’esperimento inglese dimostrò la fattibilità della nuova formula industriale della Enron: cioè che l’entusiasmo dei politici per la deregulation era direttamente proporzionale alle bustarelle pagate dalle compagnie produttrici di elettricità.

L’élite dell’elettricità mosse i suoi primi passi in Inghilterra perché sapeva che gli Americani non avrebbero ingoiato facilmente la pozione avvelenata della deregulation. Gli USA erano abituati alla corrente a basso prezzo disponibile allo scatto dell’interruttore. Questa era l’eredità di Franklin Roosevelt, che nel 1933 imprigionò quello che credeva essere l’ultimo pirata dell’ elettricità, Samuel Insull. Speculatore a Wall Street, Insull creò il Power Trust e, sei decenni prima di Ken Lay, falsificò i libri contabili e truffò i consumatori.

Per stroncare Insull e quelli come lui, Roosevelt ci diede la Federal Power Commission e la Public Utilities Holding Company Act, una legge che metteva sull’attenti le compagnie elettriche. Norme dettagliate limitavano i prezzi alla spesa effettiva più un guadagno fissato dal governo. La legge vietò la compravendita di elettricità e obbligava le compagnie a mantenere le luci accese, sotto la minaccia dell’arresto; nessun ricatto di black-out per aumentare i prezzi.

Mentre scrivo qui al buio, è importante sottolineare che il legislatore fissava alle utilities esattamente quanto avrebbero dovuto spendere per assicurare che il sistema fosse in buono stato e che la corrente fosse disponibile. I burocrati ispezionavano le reti e come me rovistavano nei libri contabili per assicurarsi che i dirigenti delle aziende elettriche spendessero i soldi dei loro clienti in lavoro e pezzi di ricambio. Se non lo avessero fatto, gli avremmo sbattuto in faccia il nostro pesante regolamento. Abbiamo ostacolato lo spirito imprenditoriale di questi uomini d’affari ? Certo che sì.

Cosa importantissima, Roosevelt proibì i contributi ai politici da parte delle aziende di pubblica utilità; nessun finanziamento né diretto, né indiretto, nessun finanziamento e basta.

Ma poi venne George Primo. Nel 1992, appena prima di lasciare la Casa Bianca, il presidente Bush Senior diede all’industria elettrica un lungo e profondo bacio d’addio: la deregolamentazione federale dell’industria elettrica. Fu un’eredità che volle lasciare al figlio, la gratitudine delle aziende elettriche, che pagarono 16 milioni di dollari per la campagna dei Repubblicani nel 2000, sette volte la somma che diedero ai Democratici.

Ma il regalo di Bush padre, la deregolamentazione dei prezzi all’ingrosso a livello federale, diede ai pirati dell’elettricità solo la metà del bottino del contribuente. Per il grande giorno di paga avevano bisogno della deregolamentazione a livello statale. C’erano solo due stati, la California e il Texas, abbastanza grandi e abbastanza Repubblicani per inaugurare il mercato dell’elettricità.

La California cadde per prima. Le società elettriche spesero 39 milioni di dollari per far fallire un referendum del 1998, promosso da Ralph Nader, che avrebbe bloccato la deregulation. Altri 37 milioni furono spesi per fare pressione e lubrificare i forzieri elettorali dei politici statali in modo da scrivere una bugia nella legge: nel preambolo alla legge sulla deregulation, il legislatore promise che la deregolamentazione avrebbe ridotto le bollette elettriche del 20%. Invece, nella prima città californiana che operò ‘senza regole’, San Diego, il 20% di risparmio divenne un aumento del 300% delle tariffe addizionali.

La Enron ha circuito la California e si è leccata i baffi. Come primo contribuente alla campagna elettorale di George W. Bush, aveva fiducia nel futuro. Insieme a una mezza dozzina di altre società controllava il 100% dell’ elettricità necessaria a tenere in piedi lo Stato Dorato (Golden State). Il loro motto era: "o la borsa, o la luce".

Enron e i suoi camerati hanno usato il sistema come un Bancomat rotto, strappando le ricevute. Per esempio, nelle vergognose aste per l’elettricità bandite dallo Stato, la Enron offrì, in un’occasione, di fornire 500 megawatt di elettricità su una linea da 15 megawatt. Come versare un gallone di benzina in un ditale; le linee sarebbero bruciate se solo ci avessero provato. Di fronte al black-out minacciato dalla distruttiva offerta della Enron, lo Stato fu disponibile a pagare qualsiasi cosa pur di mantenere le luci accese.

E così fu. Secondo il Dr. Anjali Sheffrin, economista presso l’Independent System Operator della California, organismo statale che sovraintende la distribuzione dell’elettricità, tra maggio e novembre del 2000, tre giganti dell’elettricità hanno limitato, fisicamente o ‘economicamente’, la distribuzione di energia elettrica allo Stato e hanno concepito delle offerte sufficientemente ingannevoli per causare un extra costo di oltre 6,2 miliardi di dollari ai clienti californiani.

Bisognò aspettare fino al 20 dicembre 2000 perché, con le luci sul Golden Gate spente, Bill Clinton, un tempo promotore della deregulation, ritrovasse l’anima democratica perduta ed imponesse dei limiti di prezzo in California e bandendo la Enron dal mercato.

Ma i bucanieri della lampadina non dovettero aspettare troppo per rimettere i loro uncini sulla cassa del tesoro. Settantadue ore dopo essersi installato alla Casa Bianca, mentre ancora si spazzavano le bottiglie dello champagne inaugurale, George Bush Secondo capovolse il decreto di Clinton riportando sul mercato della California i pirati dell’energia.

Enron, Reliant (alias Houston Industries), TXU (alias Texas Utilities) e gli altri che avevano tagliato economicamente i cavi elettrici alla California, sapevano che avrebbero potuto contare su Dubya che, da governatore dello Stato della ‘Stella Solitaria’, concesse loro la deregolamentazione più ricca d’America.

Nel frattempo, il virus della deregulation era arrivato a New York, dove il governatore repubblicano George Pataki e i suoi delegati alla pubblica utilità pescati dall’industria, eliminarono il limite imposto al prezzo dell’elettricità e sollevarono i miei vecchi amici della Niagara Mohawk dal costoso onere di un’adeguata manutenzione della rete elettrica.

Così l’asse Pataki-Bush permise qualcosa che deve aver fatto rivoltare nella tomba l’ex governatore di New York, Roosevelt. Essi consentirono ad un’azienda estera, la National Grid of England, nota per la sua incompetenza, di comprare la Ni-Mo, di licenziare 800 dipendenti e intascare la maggior parte dei loro salari, ottenendo un bonus di quasi 90 milioni di dollari per gli azionisti Ni-Mo.

È una sorpresa il black-out di stanotte ? No di certo, non per noi del mestiere che abbiamo osservato i soci di Bush manipolare gli interruttori di tutto il mondo. In Brasile, la Houston Industries si è impossessata della compagnia elettrica di Rio de Janeiro. I Texani, aiutati dai loro partner francesi, hanno licenziato lavoratori, aumentato i prezzi, tagliato le spese di manutenzione e, CLICK! la corrente se ne è andata così spesso che i brasiliani ora la chiamano ‘Rio Scuro’ (Rio Dark).

Allo stesso modo i mandriani inglesi che controllano la Niagara Mohawk, cavalcando il libero mercato, hanno aumentato i prezzi, cacciato il personale, tagliata la manutenzione e CLICK! New York si unisce al Brasile nel Medio Evo.

I Californiani hanno trovato la soluzione al disastro della deregulation: rieleggere l’unico governatore della nazione con le palle, che possa tener testa a coloro che decidono il prezzo dell’elettricità. E, a differenza di Arnold Schwarzenegger, il governatore Gray Davis ha affrontato da solo i cattivi, senza usare controfigure. Davis ha definito la Reliant Corporation di Houston un’accozzaglia di pirati ed ora cammina lungo un’asse sporgente in mare per aver osato resistere ai predoni del Texas.

E il Presidente dov’è ? Prima di atterrare sul tetto dell’Abe Lincoln, la Casa Bianca era così preoccupata per i suoi coraggiosi ragazzi alle prese col nemico, che hanno usato la scusa della guerra come pretesto per ottenere dal Congresso una deregolamentazione dell’elettricità ancora più spinta. Ciò ha una certa logica: non ha senso sconfiggere l’Iraq se in California rimane un regime ostile.

Seduto al buio, mentre la batteria del mio computer portatile se ne va, non so se la verità sulla deregulation vedrà mai la luce, finchè non cambieremo la lampadina bruciata alla Casa Bianca.